L’Arte del tarocco intuitivo rappresenta un approccio del tutto nuovo ad un sistema simbolico non più ridotto a strumento delle improbabili divinazioni del maghetto o della fattucchiera di turno. Ma si tratta di un approccio anche antichissimo, in perfetta sintonia col più famoso degli oracoli, quello di Delfi che, come sappiamo, non esortava a conoscere il tuo futuro ma a conoscere te stesso nel presente, qui ed ora. Nell’ottica di un processo di conoscenza di noi stessi, i Tarocchi, questa è la tesi del libro di Ferdinando Alaimo, possono essere utilizzati come un prezioso strumento evolutivo. I Tarocchi non godono in genere di una buona reputazione, e spesso a ragione, visto l’abuso che se ne fa. Tuttavia sono uno dei più importanti sistemi simbolici della nostra tradizione perché i loro simboli emanano dalla struttura archetipica della nostra psiche, sono icone del nostro mondo immaginale. Sono lenti simboliche attraverso cui guardiamo il mondo, Muse delle nostre arti, specchi dell’anima. Non a caso hanno ispirato artisti come Pablo Picasso e Salvator Dalì, scrittori come I. Calvino e J. L. Borges o psicanalisti come C. G. Jung. Sono un sistema di specchi dove poter osservarci da una distanza sufficiente ad interrompere almeno per un attimo l’identificazione ad un solo punto di vista, così da restituirci qualche libertà di scelta, un po’ di consapevolezza relativamente a noi stessi e ai percorsi interiori che per via analogica ci collegano all’universo mondo.